Quella rabbia che diventa rock: Tom Morello ci racconta i Prophets of Rage

È stato protagonista del Riot Rock dei Rage Against the Machine negli anni ’90. Oggi, con i nuovi Prophets of Rage, dice che è più incazzato che mai. Contro il sistema e quel «demagogo razzista»

Prophets of Rage, foto Danny Clinch

Li chiamano “supergruppo”, ma loro preferiscono definirsi «una task force d’élite composta da musicisti rivoluzionari». Si chiamano Prophets of Rage e sono Tom Morello, Tim Commerford e Brad Wilk dei Rage Against the Machine, Chuck D e Dj Lord dei Public Enemy e B-Real dei Cypress Hill. Uniti da una comune formazione artistica e da una grande stima reciproca, i sei sono in giro negli Stati Uniti fino a ottobre con il loro Make America Rage Again, un tour che, come avrete già capito dal nome, non è altro che un magico scacco matto, pieno di rabbia, al candidato repubblicano Donald Trump.
In attesa di rivederlo anche in Europa, abbiamo raggiunto telefonicamente Tom Morello nella sua casa di Los Angeles, poche ore prima del concerto nella sua città d’adozione e abbiamo colto l’occasione per parlare con lui di cosa significhi rabbia dopo 25 anni di carriera nel sistema musicale mondiale, se abbia ancora senso parlare di lotta attraverso la musica e l’arte e di che cosa è cambiato, nell’anima dei RATM, dai video sulle presidenziali di qualche tempo fa a ora.

Credo che la rabbia, sotto certi aspetti, non possa che modificarsi al cambiare del sistema, della “macchina”, insomma. Se dovessi fare un punto su cose rimaste intatte e cose cambiate dal 1991 a oggi, in questo senso, cosa diresti?
Due cose sono essenzialmente rimaste uguali al 1991 in questo 2016: una è che ci sono ancora veramente un sacco di ingiustizie su scala globale: oppressioni, ineguaglianze economiche e razziali e guerre di aggressione davvero ovunque. L’altra cosa che però, fortunatamente, credo sia rimasta è la presenza di molte forme di resistenza altrettanto distribuite sul globo. I Prophets of Rage, per esempio, vanno ascritti a quest’ultima categoria. Certamente poi ci sono anche molte differenze da allora, ci sono stati alcuni successi, molti fallimenti e soprattutto inevitabili cambiamenti nelle sfide per combattere contro problematiche che sono diventate più impellenti oggi di allora, come per esempio alcune questioni strettamente connesse al tema dei diritti umani e della conservazione dell’ambiente.